Mollo Wikipedia! by

15 Apr
2010

Se state pensando “Era ora!” mi duole deludervi 😉

Why did you stop contributing to Wikipedia?

Mi hanno appena segnalato gli esiti della Former Contributors Survey (qui le slide, qui i dati). Lo scopo della ricerca era indagare perché gli utenti (occasionali o meno) abbandonano Wikipedia.

Una delle prime cose che noto è che qualunque sia la causa che fa allontanare le persone, gli utenti più attivi tra quelli intervistati (i 10+edits/month nelle slide) la percepiscono di più della media (circa il doppio).

Le esperienze negative raccontate dagli utenti, riguardano: edit rimossi con poche/vaghe/poco chiare spiegazioni, persecuzioni personali, difesa del territorio, punto di vista personale spacciato come neutrale, ambiente generalmente sgradevole, maniere sbrigative, articoli messi troppo prontamente in cancellazione, troppe regole da seguire e troppa gente che mi controlla in continuazione. Alcuni lamentano l’interfaccia poco user friendly o la sintassi ostica da ricordare.

Nessuna delle motivazioni elencate mi stupisce, ma mi preoccupa che la maggior parte dei problemi siano legati ad un cattivo approccio da parte degli utenti più anziani.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

Alzi la mano chi almeno una volta ha pensato quello che Nicola scrive qui!

..allora spero che apprezzerete il video che Wikimedia Italia ha commissionato a Christian Biasco: la WikiGuida di Wikipedia:


(forse) ne abbiamo parlato qui:

Collisioni by

30 Mar
2010

Per i fisici delle particelle (quindi non per me) oggi dovrebbe essere un grande giorno. Infatti LHC, dopo una lunga pausa forzata dovuta ad un guasto, ha ricominciato a funzionare e oggi dovrebbe salire in potenza per arrivare ai famosi 7 TeV. Se siete curiosi di come funziona LHC o volete una spiegazione di cosa diamine vuol dire “collisioni a 7 TeV” potete tranquillamente darvi una lettura agli ultimi 4 o 5 post del blog di un fisico che al CERN ci lavora. Se invece siete impazienti e volete sapere tutto e subito seguendovi la cosa in diretta il CERN mette a disposizione addirittura un webcast.

Comunque vada state pure tranquilli, non ci sono buchi neri in agguato pronti a distruggere il pianeta (almeno non dentro LHC).

(forse) ne abbiamo parlato qui:

Loop logici by

24 Mar
2010

Come forse alcuni di voi sapranno ho deciso di trasformarmi in un cervello (cervellino? neurone?) in fuga e di emigrare. La destinazione prescelta, dopo lunghe riflessioni, è stata l’Olanda e adesso sono in fase “cerca una casa dove abitare quando arrivi su”.
Le soluzioni semplici (posto nel campus universitario, ostello convenzionato con l’università ecc) sono fallite perché pare sia tutto pieno. Quindi mi sono rivolto alle agenzie immobiliari on-line per trovare un posticino. A parte il grave problema che parlano olandese (lingua che suona a mezzo fra una raucedine fulminante ed il tedesco) devo dire che gli olandesi sono organizzati: di siti che catalogano e mettono a disposizione case da affittare ce ne seono diversi e quasi tutti sembrano fatti benino.
Cercando cercando ne abbiamo (io e la mia dolce metà) trovato uno che ci pareva avesse dievrse offerte interessanti ma che richiedeva di registrarsi. Nessun pagamento, nessuna richiesta di dati personali, nessun rituale satanico da effettuare. Una semplice registrazione sul sito e nulla di più. Un po’ come capita su forum, social-network e così via?
Dove sarà mai il problema? Ecco, il problema è che questi maledetti alla fin fine ti richiedono un dato solo: il burgservicenummer che è una sorta di codice fiscale che ti da il comune quando prendi la residenza.
Ora, se io vado sul loro sito è perché cerco casa e, se cerco casa, è perché non ne ho già una e quindi non ho nemmeno il burgservicenummer. Quando gli ho scritto, spiegando per filo e per segno quale è il loop logico e chiedendogli aiuto per uscirne, la loro risposta è stata “To registrate you need a registrationnumber” (per registrarvi sul sito avete bisogno di un burgservicenummer). Ok, forse mi sarò spiegato male. Gli ho riscritto, facendo appello a tutte le mie (scarse) capacità diplomatiche e gli ho rispiegato che io non posso avere questo codice prima di trovare casa. La loro risposta lapidaria è stata “You need a BSN to search for a house” (Avete bisogno di un burgservicenummer per poter cercare una casa).

Ecco, adesso sono lievemente indeciso se mandarli a quel paese o far finta di niente e cancellare il loro sito.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

Se non sapete chi è Ada Lovelace, suggerisco un veloce ripassino qui.
Figlia di Byron (il poeta, sì), è stata una matematica ed è nota per essere stata la prima programmatrice (ossia colei che ha scritto il primo programma informatico della storia).
Il linguaggio di programmazione Ada è così chiamato in suo onore.

L’Ada Lovelace Day è un evento che ricorre in tutto il mondo il 24 marzo e che racconta delle donne che si occupano di tecnologia e scienza.

Io dedico il mio Ada Lovelace Day e questo post alle donne che vivono in prima linea la rete e che contribuiscono a farla crescere. Ho lanciato una discussione su FriendFeed tempo fa, chiedendo una mano ad identificarle, ed ecco cosa ci siamo risposti:

  • Flavia Marzano, che si auto tagga come social community builder, e-government, e-democracy, e-participation, e-inclusion, open source e software libero per la Pubblica Amministrazione, open data format, social networks, comunità e campus virtuali, web 2.0, content management, web 3.0, coaching, project management e che per me è open source nella PA, presidente di Unarete, Finalmente libero!, Occasione perduta? e qualcos’altro che sicuramente dimentico
  • Antonella Beccaria, giornalista, scrittrice, autrice, stampa libera, Creative Commons, permesso d’autore, (qui parla di Ada)
  • Valeria Rossi, direttore generale del MIX dalla sua fondazione, fa parte della storia dell’internetworking in Italia
  • Daniela De Francesco, ricercatrice che studia le problematiche e potenzialità metodologiche offerte dalle nuove tecnologie al mondo della ricerca sociale
  • Federica Ghetti, presidente di ManagerZen, associazione che propone un approccio alternativo alla cultura aziendale “Crediamo sia giunto il momento per intraprendere una nuova via: stare dentro e trasformare ciò che ci sta intorno.
  • Claudia Padovani, docente all’università di Padova e ricercatrice interessata al rapporto fra politica internazionale e processi di comunicazione, passando per le nuove tecnologie e il ruolo delle organizzazioni della società civile
  • Fausta Pavesio, vice presidente dell’associazione Innovatori, dal 1998 è in prima linea nel mondo ICT
  • Maria Grazia Mattei, giornalista ed esperta di comunicazione, si occupa del rapporto tra arte e tecnologia e dirige Meet the Media Guru
  • Lucia Mazzoni, responsabile dei progetti dell’area (ICT) di Aster
  • Lorenza Parisi, studia i rapporti tra nuovi media e relazioni sociali
  • Francesca Di Donato, ha fondato HyperJournal e ne presiede l’associazione, si occupa di Open Access e il suo ultimo libro tratta di comunicazione scientifica in rete

Se manca qualcuna, segnalatemela!

In chiusura: qualche mese fa ho partecipato ad una Ignite Night sul tema “The women connection”. Manco a dirlo io ho parlato di donne&wiki raccontando tutto ciò che sapevo, a partire da me stessa.
Ecco le slide:


e il video:

(forse) ne abbiamo parlato qui:

Lunedì sono stata in Bocconi a tenere una lezione su Wikipedia e il suo modello di business, per il corso Strategy and governance of cultural organizations, invitata da Paola Dubini.

L’idea era raccontare il meno possibile cos’è e come funziona Wikipedia, presentare rapidamente gli altri progetti e le caratteristiche comuni a tutti, presentare per bene Wikimedia Foundation, i fundraising e qualche dato (quanti soldi entrano, come vengono spesi, come stanno andando negli anni le raccolte fondi).. rispondendo a ipotetiche domande sul perché Wikipedia ce l’ha fatta, cosa succede (o è successo) una volta passata la fase di startup, due parole sul valore del marchio.

Qui sotto le slide.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

Mi dispiace non ci riesco. A me che Bondi vada in giro a raccontare orgoglione che siamo all’avanguardia perché ci siamo attaccati al tram di Google per mettere online opere che sono il patrimonio della nazione non mi rende per niente felice (Corriere, Repubblica).

Non mi piace sentirmi dire che siamo all’avanguardia, quando il Progetto Gutenberg esiste dal 1971, Gallica dal 1997, Europeana dal 2008.. tutti treni che abbiamo abbondantemente perso.
Non vanno bene perché sono progetti stranieri? Benissimo. Abbiamo “in casa” LiberLiber che dal 1993 porta avanti il “Progetto Manunzio”..

Ma Bondi le ha lette le condizioni d’uso di un libro di pubblico dominio pubblicato su Google Books prima di firmare? (domanda stupida, avete ragione, probabilmente quando verranno pubblicati anche sui siti delle biblioteche italiane, saranno “all rights reserved”)

Informazioni su questo libro
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo. Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico, culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire. Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.

Linee guide per l’utilizzo
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili. I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate. Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La “filigrana” (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.

Informazioni su Google Ricerca Libri
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web nell’intero testo di questo libro da
http://books.google.com”

Le opere di pubblico dominio sono patrimonio dell’umanità, non di Google. Quando un mese fa tutti hanno gridato alla meraviglia del Public Domain Manifesto ed erano in prima linea a spintonarsi per firmarlo e pubblicizzarlo, mi chiedo se veramente lo hanno letto e cosa ne pensano oggi dell’accordo con Google.
Il manifesto dice:

Non vanno applicati contratti o misure tecniche di protezione che restringono l’accesso e il ri-utilizzo di opere già nel pubblico dominio. Lo stato di pubblico dominio di un’opera deve garantirne il diritto di ri-uso, modifica e riproduzione. Ciò vale anche per le prerogative dell’utente derivanti da eccezioni e limitazioni, dal “fair use” e “fair dealing”, assicurando che queste opzioni non vengano limitate da mezzi tecnologici o contrattuali.

Google risponde (ribadisco):

[..]abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali[..]
+ Non fare un uso commerciale di questi file
+ Conserva la filigrana

Sarò talebana ma questo accordo per me invece che portare l’Italia all’avanguardia, come sostiene Bondi, la getta nell’Antinferno.

..e, just for fun, confrontate questa affermazione la missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale con i “prodotti” della Fondazione Google.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

Ok, il FIRB giovani 2008 è stato bandito il 19 Dicembre 2008. Il 27 Febbraio 2009 è scaduta la presentazione delle domande. Invece che dopo i 180 giorni dichiarati nel bando i referaggi sono arrivati in due tranches il 28 Dicembre 2009 ed il 19 Gennaio 2010. Le audizioni, per i soli progetti che avevano ricevuto una valutazione di 40/40, si sono concluse il 19 Febbraio 2010 (ma qui non sono sicuro al 100% della data) e la commissione si doveva sciogliere il 28 dello stesso mese. Insomma, ci è voluto più di un anno ma finalmente dovremmo esserci.

Invece scopro oggi (tramite Chiara Ariano su FaceBook) che l’ingegner Massulli, responsabile del FIRB, ha dichiarato: “La commissione audizioni ha fornito i risultati alla commissione firb, che si è riunita il 3 marzo. Il verbale della commissione firb è pervenuto ieri. Ora stiamo predisponendo il decreto del Ministro sull’approvazione delle graduatorie. Non credo peraltro che i risultati ufficiali saranno noti prima della fine del mese.” (NB per “ieri” credo ci si riferisca al giorno 8 Marzo 2010).

Insomma, le graduatorie già ci sono e sono definitive. Se avete un santo in paradiso abbastanza in alto quindi potete scoprire quali sono i risultati da subito. Anzi, io conosco almeno una persona che ha saputo che il suo progetto era stato approvato (con un taglio del 50%) già la settimana scorsa. Se però, come me, santi in paradiso non ne avete dovrete aspettare fine mese o addirittura l’inizio di Aprile per sapere che fine ha fatto il vostro prgetto e con che tagli dovrete fare i conti nel caso vi fosse stato approvato. Non voglio poi pensare a che tempi ci vorranno fra la pubblicazione delle graduatorie ed il momento in cui il ministero inizierà a pagare gli stipendi.

Non so voi ma io, in questo anno abbondante che è passato da quando ho scritto il progetto, ho ricevuto svariate offerte da università estere e sospetto che, prima che arrivino i risultati, ne avrò accettata una in via definitiva. Giusto perché non è che mentre aspetto che si svolgano tutti gli incomprensibili riti della burocrazia io posso smettere di mangiare e pagare le bollette…

(forse) ne abbiamo parlato qui:

Il de-cretino by

7 Mar
2010

(da Sciccherie)

Senza perdere troppo tempo con spiegazioni dottrinali e giurisprudenziali (se n’è già occupato ieri ottimamente Tooby, che ha scritto sul punto uno dei post politici migliori degli ultimi 150 anni – quasi cit. -), in questa occasione sarebbe difficile non schierarsi apertamente contro quanto ordito dal Consiglio dei Ministri venerdì sera. Solo chi è stato totalmente insufflato, tanto da approvare ogni parola di chi amministra lo Stato, potrebbe dichiararsi soddisfatto dell’operato del Governo nel frangente.

Il percorso è sintetizzabile in appena due punti. 1) Alcuni rappresentanti del PdL, partito di maggioranza, hanno combinato qualche casino di troppo (firme mancanti e ritardi) per loro negligenza; 2) I vertici del PdL, non riuscendo a fermare i “casotti” in maniera regolare (ovvero ai sensi di quanto previsto dalla Legge), hanno pensato bene di promulgare un “decreto interpretativo ministeriale”, quindi un atto di estrema urgenza (perché?), per tentare di salvare, stavolta inequivocabilmente, i proverbiali capra e cavoli. Tutto questo con il beneplacito, praticamente silente, di una Presidenza della Repubblica che se ne lava le mani.

Quanto sopra scritto non è sovversione, né polemica. In pratica, per evitare una esplicita figura di merda, è stato necessario un atto di imperio (sic). Che, di fatto, potrebbe pure essere impugnato per possibile antinomia costituzionale (si legga cosa è scritto nell’art. 72 della Carta; sarebbe qualche minuto ben speso). Tra l’altro, la creazione del decreto è avvenuta in un cortissimo lasso di tempo e inaudita altera parte (cioè senza considerare minimamente le proteste dei giorni scorsi delle opposizioni alla c.d. “leggina” – altra cazzata, perché non esistono deontologicamente “leggi piccole” o “grandi” – ). Ovviamente, la mossa è stata ponderata nel nome della democrazia.

Perché, secondo le logiche più opportune, “democrazia” può essere anche l’emanazione di un vero e proprio editto, pur di conseguire fini interessati. Come se in cima alla piramide sociale si trovasse un Dominus di romana memoria, capace di ricercare soluzioni a proprio vantaggio, dando viceversa l’illusione di svolgere un servizio utile alla Nazione. Infatti, se da un lato si è materializzato, in alcune zone dello Stivale, il concreto rischio di esclusione della principale lista votata (una lesione al diritto di voto, dovuta però alla mancata diligenza degli addetti ai lavori), dall’altro è stato giocato un jolly in barba a delle norme previgenti (una lesione legislativa e della sovranità popolare), che, inoltre, forma un “due pesi e due misure” nei confronti di fazioni minori escluse in altre competizioni per medesimi motivi. Semplice immaginare cosa sarebbe potuto accadere se, al posto del PdL, ci fossero state esponenze di centro-sinistra.

Oltretutto, c’è da chiedersi cosa vi sia da interpretare, in soldoni, in “le candidature devono essere presentate perentoriamente entro le ore 12 del trentesimo giorno che precede le elezioni”. Il termine più ostico da comprendere sarebbe “perentoriamente”, ma per sfogliare un vocabolario non serve un titolo di studio. Ergo, per rendere più chiara la nuova disciplina, il provvedimento ammette che le carte possono essere presentate anche successivamente. L’importante è che, 30 giorni prima della tornata, un impiegato fosse lì a mezzogiorno con i fascicoli opportuni. Quel che conta, dunque, è l’ “intenzione”.

Per qualcuno, la recente “lettura normativa” è stata un colpo basso: d’altronde, sono state cambiate le regole del gioco nel corso dello stesso. Si è parlato persino di golpe, abuso di potere, oligarchia, dittatura. Sembrerà strano, ma, al contrario, potrebbe formare una potenziale anarchia. Per analogia, chiunque potrebbe superare un esame o un concorso per la sola presenza, senza tener conto dell’esito del dialogo con l’esaminatore. Oppure, secondo l’ennesimo generatore di Metilparaben (sarcastico, ma non troppo), “i gol si considerano realizzati, a prescindere dall’effettiva entrata della palla in porta, a condizione che il centravanti si trovi all’interno dell’area di rigore entro il novantesimo più recupero”.

C’è chi riderà, c’è chi si muoverà. C’è pure chi, recandosi comunque alle urne fra qualche settimana, se ne frega di tutto. Ed ha preferito godersi, sdraiato sul divano, Fiorentina – Juventus o Roma – Milan. A proposito di “calcio”.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

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