Ragione e Sentimento by

8 Apr
2009

Dire che le acque si sono un po’ calmate sembra quasi una battuta di cattivo gusto (soprattutto mettendosi nei panni di chi continua a subire scosse e crolli). Vorrei però, almeno per un attimo, fare finta di poter parlare di questo terremoto con la testa invece che col cuore (o con la pancia) e vedere se si riesce a mettere insieme qualche considerazione logica e quasi auto-evidente per vedere che conclusioni se ne possa trarre (dato che in questi giorni è stato detto tutto, il contrario di tutto e, soprattutto, si è creata molta confusione e disinformazione scientifica).

  1. I terremoti capitano: Ok, parrebbe tautologico ma sembra che ci piaccia dimenticarcene.  Spesso si ha come l’impressione che questi sconvolgimenti naturali siano cose del passato, relegate ad un epoca quando il mondo era più giovane. Non è così. La Terra è un pianeta giovane con un’intensa attività. Se non ce ne ricordassimo solo dopo le tragedie forse si potrebbe fare qualcosa per limitare i danni.
  2. Non è possibile prevedere con accuratezza quando, dove e come ci sarà un terremoto: Magari un giorno avremo la comprensione e gli strumenti per farlo ma, al giorno d’oggi,semplicemente ci mancano le conoscenze. I terremoti non sono banali sommovimenti del terreno ma sono fenomeni estremamente complessi che interagiscono fra loro a livello planetario (un terremoto in Giappone può cambiare anche drasticamente le probabilità che ci sia un terremoto qui in Italia). Certo, esistono segnali tipici dell’arrivo di un terremoto ma non siamo ancora in grado di decifrarli. Un esempio di cui si parla molto in questi giorni è il rilascio di Radon (in particolare di un suo isotopo) dalle roccie che si frantumano in profondità. Gli studi su questo precursore sono all’atto da molti anni; il problema è che ogni tanto gli incrementi istantanei del flusso di Radon indicano l’arrivo di un terremoto, ogni tanto no e nessuno ha ben chiaro come distinguere i due casi.
  3. Prevedere un terremoto non vuol dire prevenirlo: Anche questo dovrebbe essere tautologico ma, a leggere ciò che si scrive a giro, pare che non lo sia. Se anche io fossi in grado di dirvi con precisione luogo, momento ed intensità del prossimo terremoto le case verrebbero giù lo stesso. Certo, magari la popolazione sarebbe stata sfollata, gli aiuti portati in zona per tempo. Però il numero di sfollati rimasti senza un tetto sarebbe lo stesso. Prevedere le scosse di terremoto sarebbe indubbiamente utilissimo ma non sarebbe la panacea di tutti i mali.
  4. Va bene il principio di precauzione ma non si può evacuare un’intera provincia ogni volta che c’è il rischio di un terremoto. Badate bene, questo non è un problema da poco. Infatti, dato che gran parte delle tecniche attuali sono afflitte da un gran numero di falsi positivi (ad esempio la tecnica del Radon predice i terremoti anche quando questi non ci sono), non è banale decidere quando evacuare le persone e quando no. Un ministro/sottosegretario/sindaco che decidesse di evacuare per diversi giorni (e magari ripetutamente) gli abitanti di una città per rischio sismico rischierebbe il linciaggio sulla pubblica piazza. Anche perché rischierebbe di essere un colpo notevole all’economia locale.
  5. Se il politico responsabile non ne capisce un tubo di un dato argomento e chiede consiglio ad un organo ufficiale composto di rinomati specialisti e questi gli dicono di non preoccuparsi lui non si preoccupa. Per quanto Berlusconi possa starmi antipatico non trovo affatto sorprendente che abbia dato retta agli organi ufficiali. Chiunque avrebbe fatto come lui se si fosse trovato nella sua situazione.
  6. Dare dell’imbecille a qualcuno quando si fa la funzione di funzionario pubblico (se lo si fa in privato o al bar è un’altro discorso) è sempre sbagliato. Magari lo puoi pensare. Magari hai pure ragione. Ma non lo dici. Il fatto che venga considerata una cosa più o meno normale (e che ci si inalberi solo perché un terremoto alla fine c’è stato) secondo me è grave indice del degrado della nostra classe politica.

L’unica conclusione che mi viene è che, come al solito, l’unico momento in cui ci si preoccupa di fare qualcosa è a disastro avvenuto. L’Italia è il paese che ha un’emergenza siccità, una alluvioni, una caldo, una freddo ogni singolo anno! Nessuno escluso. E mai che a qualcuno venga in mente che magari i vari disastri si potrebbero prevenire. Ad esempio (come suggerito, tra gli altri, dal sempre ottimo Cattaneo) si potrebbe finalmente fare delle leggi serie sull’edilizia antisismica e farle rispettare (farle rispettare vuol dire anche non fare condoni di nessun tipo). Un’altra cosa che andrebbe fatta (e che nessuno farà) è di dare un po’ di soldi alla ricerca di base in geofisica. È ovvio che se non ci sono soldi per la ricerca nessuno farà studi che permettano di prevedere con un minimo di accuratezza il prossimo terremoto.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

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