I consigli del prozio by

6 Giu
2009

(da “sciccherie” )

Oggi è il primo degli “election day”. Molti blogger hanno espresso le loro considerazioni sul voto e il loro pensiero. Io non lo farò.

Vorrei dispensare qualche consiglio. Mi sento un po’ paterno in questo frangente. Il “non voto” o l’astensionismo, ad esempio, sono controproducenti: l’espressione democratica è un diritto e dovere. L’Italia, così come l’Europa, non è un’anarchia. Dei rappresentanti, piaccia o no, dobbiamo averli. Non esprimere le proprie preferenze è fare un danno a sé stessi e al Paese.

Bisognerebbe pensare fino a pochi istanti prima di mettere la X sul simbolo. Siamo sicuri che quello che si sta segnando è il partito maggiormente degno nel garantire il proprio ideale? Il voto di “protesta” è dannoso quanto quello non dato. “Odio quella politica perseguita da Y, ma almeno Y ha un programma, ascolta le nostre esigenze”. Frase, quest’ultima, pronunciata con la convinzione di disperdere il proprio voto. Per lo stesso motivo, tempo fa, la Francia rischiò seriamente di uscire dall’Unione Europea.

Stessa cosa vale per il “conosco quello. Lui sì che mi può soddisfare!” Cosa può soddisfare? L’interesse personale? Gli individui si dovrebbero votare perché abbracciano una determinata filosofia, non per le promesse che (non) possono mantenere. A meno che non si vada a caccia di poltrone o di bisogni soggettivi, ma si tratta di storie diverse. Oltremodo, abusare di un proprio potere politico per “fare piaceri all’amico” diventa corruzione, peculato, abuso d’ufficio, e così via. Anche in questo caso, prima di votare “l’amico” (dei giorni pre-votazioni?) converrebbe riflettere.

Si dovrebbe votare il “partito che insegue il mio ideale”. Sovente capita vedere veri e propri “clan” muoversi da destra al centro e poi a sinistra per tornare dopo a destra e di nuovo al centro. Ecco, che interesse pubblico possono consolidare verso l’elettorato attivo politici che si muovono come il cavallo negli scacchi? L’ideale non è l’essere “contro questo” o “contro quell’altro”, ma l’inseguire in concreto un determinato principio utile ad affermare l’esclusivo benessere generale. Con qualche sacrificio, ovviamente.

Altro rischio enorme si ha quando il viso sorridente di turno, vedendo un diciottenne incerto sul da farsi, si avvicina illustrandogli cosa fare o non fare, dando per omaggio un volantino con qualche manciata di spiccioli nel mezzo. Il denaro potrebbe fare la felicità. Specie in tempo di crisi (ah, no, è psicologica… – cit. -). Accettare questo genere di “sinallagma” è un reato. Qualcuno dirà che i soldi “fanno comodo”. E se davanti a quel qualcuno si presentassero due finanzieri, cosa farebbe?

Impossibile che non si abbia un ideale. Anzi, forse si. Colpa di chi non illustra la storia – anche in maniera divertente – agli adolescenti e di stampa e tv che si soffermano sugli insulti, sui gossip e sui reality show. L’ideale si basa su “quello ha insultato l’altro”, senza badare allo scopo ricercato dai due interlocutori che, magari, la sera vanno a bere birra insieme dopo centinaia di parolacce (e qui non c’è nulla di male: ma almeno si spieghi alla gente perché si arriva al “monellaccio furbacchione” e “cattivone bricconcello”). Bello schifo.

Così come l’ideale non è rappresentato da un “partito di categoria”. Giovani, Anziani, Impotenti o quant’altro. Non per altro, ma una volta c’erano le cosiddette “Gilde“. Perché, per dire, un anziano dovrebbe avere una comunanza di credo con un altro? Se uno è ateo e l’altro cattolico fervente (per esempio), avranno le stesse idee sulla laicità dello Stato o no (art. 7 Cost.)?

Sarebbe importante tener d’occhio anche le singole candidature: verificando l’effettiva garanzia del soggetto, i suoi precedenti politici e le sue attività, anche extra. Il cittadino ha l’obbligo di conoscere qualsiasi caratteristica della persona di cui scrive il nome. Anche il numero di peli in prossimità dell’ano (si, sono volgare). Questione di trasparenza e onestà. È come l’acquisto di un’obbligazione: qualcuno si ricorderà cosa è accaduto a chi ha ignorato le clausole in piccolo

Scritto questo (per ora), fate che cazzo vi pare…

(forse) ne abbiamo parlato qui:

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