Bikemiologie/2 by

28 Mag
2009

Ci sono alcune cose che ho notato sul biciclettami (mammà pensava si chiamasse BikeMe..) in questi giorni:
1. la mattina tendo a non prendere la bici. Chi arriva in treno a Cadorna o a Centrale si trova la bici davanti al naso, i poveri sfortunelli come la sottoscritta che arrivano in Garibaldi devono farsi tutto corso Como a piedi prima di trovarne una. Ora, non che il tragitto sia così infame, però non ho voglia di arrivare fin lì e scoprire che non ci sono bici e poi dover rantolare fino allo stallo successivo o alla prossima fermata della metro.
2. ogni tanto gli stalli vanno fuori servizio senza alcuna ragione apparente. Tu arrivi, vuoi prendere una bici e non puoi. Però puoi riconsegnarla. Mah!
3. gli omini che movimentano le bici sono molto gentili. Tutte le volte che mi capita di dover prendere la bici e ci sono loro che hanno lockato lo stallo, si interrompono, mi fanno prendere la bici e poi ricominciano.
4. sono terribilmente fuorvianti le cartine con gli stalli distribuite con l’abbonamento e quelle presenti sulle paline, perché contengono anche gli stalli che verranno installati (non si sa quando). Se siete in Cadorna, ad esempio, sulla cartina trovate un secondo stallo sempre in piazza e uno via Paleocapa, di cui non c’è traccia.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

2 Responses to Bikemiologie/2

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Prosivendola

Maggio 28th, 2009 at 13:52

spesso gli stalli sono stati danneggiati e non sistemati, ad esempio all’inzio di via Torino venendo dal Duomo

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Lorenzo

Giugno 8th, 2009 at 17:54

Sono tornato proprio ieri da Barcellona: anche li esiste lo stesso identico servizio di biciclette, con gli stessi stalli (ed infatti ho così scoperto che quel che mi sembrava una ganzata milanese in realtà esiste già in chissà quante città europee e non abbiamo fatto altro che copiare!). A Barcellona le bici sono più vecchie, più piccole: il portapacchi davanti è bruttissimo e sono sprovviste di luci. Invece quelle milanesi funzionano bene e sono molto pratiche. Ci si viaggia bene, sia per andar piano sia cercando di fare un passo sostenuto. Mi piace! 🙂

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