Cadere in basso by

21 Ago
2008

Carolina Kostner è una brava pattinatrice. Giovane, carina e vincente quel tanto che basta da far accendere molte lucine nelle teste dei creatori di idoli “usa e getta”. Insomma, quando ti ricapita una ventenne con la faccia ancora fanciullesca, un palmarès da far morire di invidia, uno splendido futuro da iper-campionessa che le si apre davanti e quel tanto di adolescenziale capricciosità da poterne fare del gossip? Fra lei e Frederica Pellegrini abbiamo idoli da far osannare ed imitare per tutte le stagioni.

Risultato: alle olimpiadi invernali di Torino 2006 si crea un hype pazzesco. Pare che debba vincere tutto lei. Viene coccolata, intervistata, vezzeggiata. Fa pure la portabandiera (a 18 anni ed alla sua prima olimpiade). E guarda un po’, complice la tensione, la sfortuna o (molto più semplicemente) il fatto che le sue avversarie non erano proprio scese con la piena, perde. Arriva nona. In realtà arrivare noni alle olle olimpiadi quando hai 18 anni e sei alla tua prima esperienza del genere è un risultato stratosferico. Avrebbe dovuto ricevere plausi ed incoraggiamenti a non finire. Però c’erano quelle aspettative, quella montagna di aspettative create dai giornalisti sportivi e dai pubblicitari e cucitele addosso. E le aspettative sono state deluse.

Carolina Kostner è una alteta. Nel frattempo vince due volte gli europei e si piazza benissimo nei mondiali. Tra l’altro è pur sempre una ventenne caruccia e col visino da bambina. È un mito buono per le prossime olimpiadi.

Le fanno anche fare qualche pubblicità. Brutte (odiosa quella cosa del mulino bianco con la canzoncina rifatta sulle nota di Nightmare before Christmas), ma non è che si possa pretendere troppo dalle pubblicità.

Poi il crollo. Un paio di giorni fa la vedo in una pubblicità del CEPU… Insomma, una persona evidentemente abituata a farsi il mazzo per raggiungere i suoi scopi, una persona che sa (deve sapere) che non esistono scorciatoie facili, una persona che probabilmente un po’ di soldi in tasca li ha, va a studiare al CEPU? Siamo pazzi? Non faceva una più bella figura se si pagava un bravo neo-dottorato (o un neo-laureato se i dottori le stanno antipatici) per farsi insegnare? Spendeva meno, imparava meglio ed evitava di rendersi ridicola.

La speranza è che lei non studi veramente col CEPU ma l’abbiano solo pagata per dire che lo fa. Insomma, che lo abbia fatto solo per denaro.

(forse) ne abbiamo parlato qui:

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